Le 4 caratteristiche della sostenibilità
Di recente ho incontrato Stefano Epifani – Presidente della Fondazione per la Sostenibilità Digitale e Docente di Sostenibilità Digitale all'UniPV – e il suo libro "Sostenibilità digitale: perché la sostenibilità non può prescindere dalla trasformazione digitale",
in realtà datato 2020. Qui l'autore illustra il suo pensiero e di
questo voglio prendere una parte, che mi pare chiave, e provare a
riassumerla in questo breve articolo.
In estrema sintesi, Epifani definisce la sostenibilità secondo
quattro "elementi", quattro caratteristiche specifiche che ne segnano la
direzione: Sistemica, Complessità, Inferenzialità, Adattività. Vediamoli meglio nel dettaglio.

Le 4 caratteristiche della sostenibilità:
SISTEMICA
La sostenibilità ha una natura profondamente sistemica.
Non si può agire su una leva senza spostare anche tutte le altre. È
impossibile immaginare di risolvere la questione ambientale senza
influenzare il modello economico e il modello sociale e viceversa.
Un ecosistema sostenibile può svilupparsi infatti solo attraverso
l'interazione dinamica di economia, ambiente e società (anche: profitto,
pianeta, persone. In inglese: Profit, People, Planet o anche E.S.G.:
Environment, Social, Governance).
Stefano Epifani infatti fa giustamente notare che, negli obiettivi di
Agenda 2030, la sfida per il clima figura al tredicesimo posto. Non
perché sia meno importante delle altre, ma perché per poterla vincere è
fondamentale aver affrontato e superato le dodici che la precedono nel
progetto di transizione.
A fissare i progressivi target del percorso di transizione sono:
dal basso il mercato e dall'alto le istituzioni. Nel mezzo l'impresa,
l'offerta che di riflesso reagisce tanto alle sollecitazioni
provenienti dalla domanda, quanto alle prescrizioni imposte dal
legislatore. Vaso di coccio tra vasi di ferro a cui spetta anche il
compito di sensibilizzare, informare e coinvolgere il proprio
cliente/fruitore e le comunità in cui opera, verso scelte e azioni
responsabili che abbiano un impatto positivo sull'ambiente e sulla
società. Una donna manager entra in un labirinto.
COMPLESSITÀ
La sostenibilità è un sistema complesso. Le regole e le
dinamiche che mettono in relazione le singole parti non sono subito
evidenti e nemmeno possono essere definite totalmente a priori. In altri
termini, quando si agisce su un elemento del sistema – ambientale,
economico o sociale –, è possibile solo in parte prevedere quali saranno
gli effetti sugli altri componenti.
In questo scenario, assume grande importanza la trasparenza e l'uniformità degli standard e delle metriche di misurazione e, successivamente, la condivisione dei risultati e delle best practice.
Quest'ultima è una domanda che arriva dalle istituzioni, dal mondo
della finanza, dal sistema produttivo e dagli stessi consumatori.
INFERENZIALITÀ
La sostenibilità vive di inferenze. Come abbiamo visto,
non permette di prevedere né di programmare a monte i risultati oltre
una certa soglia. L'approccio predittivo lascia quindi il posto a un
modello dinamico in grado di massimizzare le opportunità, valutare gli
impatti e minimizzare i rischi di ogni singola relazione che si sviluppa
tra le diverse componenti del sistema.
Questo percorso inferenziale si esprime all'interno di un vasto perimetro che comprende:
- lo sviluppo territoriale quanto le relazioni internazionali;
- l'innovazione di prodotto e di processo quanto il potenziamento delle infrastrutture;
- il livello normativo quanto il sistema dei finanziamenti;
- la ricerca e la formazione quanto le campagne di consapevolezza rivolte ai consumatori.
E, specialmente, impatta tutti i settori produttivi.
Ogni tessera di questo puzzle della sostenibilità è strumento stesso di sostenibilità e interagisce con il sistema nel suo insieme. Abilita modelli nuovi, ridefinisce le relazioni e fa da ponte tra e con gli altri sistemi che inevitabilmente operano in maniera integrata.
ADATTIVITÀ
La sostenibilità è un gioco di equilibri tra pianificazione e adattività.
Un progetto sostenibile è frutto della consapevolezza del presente e a
quel presente, come abbiamo visto, si adatta per cogliere le opportunità
e minimizzare i rischi. Allo stesso tempo, un progetto sostenibile pesa
gli impatti sul futuro e quindi rimette in gioco predittività e
pianificazione, naturalmente nei limiti consentititi dalla complessità
del sistema stesso.
Sia ben chiaro però che le idee sostenibili non sono sufficienti in sé: bisogna saperle e poterle mettere a terra.
Da qui la rilevanza delle variabili economica, sociale e di governance
in tutti i progetti imprenditoriali come scelta in principio che
condiziona l'intero operato dell'impresa. Non un dovere dettato da
interessi strumentali o contingenti, non un marchio ma una scelta, seppure ormai necessaria, che diventa "istinto", valore trainante.
Epifani offre una matrice di grande semplicità che si rivela aiuto concreto, utile guida per effettuare scelte responsabili e agire secondo princìpi che mettono la sostenibilità ai primi posti nelle decisioni. Perché la transizione ecologica è sì una battaglia che impone strategie diverse su ogni fronte – progettazione e riprogettazione, sistema produttivo, comunicazione, impresa, istituzioni, amministrazioni, finanza, establishment politico e gli stessi consumatori – ma ancora di più esige che questo impegno verso la tutela dell'ambiente, che questi interventi virtuosi siano tra loro articolati in un'ottica di sistema in grado finalmente di spostare in concreto il focus dal vivere meglio al vivere bene.
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